VIAGGIO ITINERANTE IN SALENTO, ESTATE 2013

Resoconto di viaggio di una nostra amica, inviatoci via mail 🙂

 

Una visita, in lungo e in largo, del  Salento per ammirarne i paesaggi della campagna, la bellezza del mare, il calore del sole e gustare i sapori di questa terra ricca di luci e ombre.

 

La prima tappa del viaggio è stata Porto Cesareo: il mare limpidissimo, capace di far apprezzare ogni sfumatura d’azzurro, ma il paese in sé non offre davvero niente ai ragazzi. La sera, infatti, si è deciso di cenare a Gallipoli e di visitarne le ricchezze. Dopo aver mangiato una puccia al volo, un super panino dal diametro di una ventina di centimetri, abbiamo iniziato ad esplorare le meravigliose architetture barocche, di cui la basilica concattedrale di Sant’Agata si fa leader. La città è ricca di monumenti religiosi e di palazzi storici, come Palazzo Pirelli, sul cui soffitto sono rappresentate Minerva (simbolo della sapienza) e la dea Fortuna a significare che queste due caratteristiche guidavano la città. Il corso principale è ricco di negozietti, ristoranti e sempre affollato di turisti. Nota dolente della città è la parte “nuova”, bruttina e per niente originale, che sorge a ridosso della città “antica”. Il giorno seguente abbiamo visitato la spiaggia di Gallipoli, l’ho trovata sporca e per niente organizzata. Sarà che abbiamo scelto una spiaggia libera, ma non c’era l’ombra di un chiosco dove poter comprare da bere o da mangiare, nessun cestino per la raccolta dei rifiuti e la spiaggia era completamente abbandonata a sé stessa. Nel tardo pomeriggio siamo partiti alla volta di Santa Maria di Leuca, attraversando il classico e maestoso paesaggio salentino, composto da pittoreschi paesaggi rurali, costituiti di grandi terre coltivate che si alternano ad immense distese di uliveti, appezzamenti di terra, tutti delimitati da lunghi muretti a secco. In questi posti lo sviluppo ed il progresso, non sono riusciti ad inquinare la campagna, che conserva così un’atmosfera d’altri tempi dove appare semplice e famigliare.

S. Maria di Leuca, estremità meridionale del Salento, è caratterizzata da maestose ville ottocentesche e da numerose grotte con nomi legati a credenze popolari. La città è semplice, la basilica ed il faro offrono un panorama mozzafiato, il cibo è squisito e, per una cena vista mare, abbiamo speso pochissimo (circa 15€ a testa); unica pecca, il mostro urbano che sorge vicino al porto. La spiaggia, invece, bellissima, pulita, così come il mare, azzurro splendente con delle sfumature blu da troncare il fiato. Dopo esserci crogiolati in questo piccolo paradiso, abbiamo ripreso il nostro viaggio, questa volta risalendo la costa adriatica.

Anche durante la risalita salentina incontriamo vaste distese di terre coltivate ed uliveti, con i loro  tronchi caratteristici e le chiome imponenti che si stagliano sul panorama conferendogli odori e colori unici.

Dopo aver toccato il punto più a sud del Salento, decidiamo di visitare quello più ad Est della penisola: Otranto. Questa città è probabilmente la più bella che ho visitato, il centro storico con le sue mura, il castello, le luci e le viette sono davvero un bellissimo spettacolo per gli occhi. La cattedrale, anche se piuttosto anonima, ha il suo fascino. Passeggiando per il lungo mare è possibile vedere il faro di Punta Palascìa. Anche in questa città si è mangiato bene e speso poco, il pesce freschissimo, così come le verdure ed il vino. Il giorno seguente siamo stati alla Baia dei Turchi, la tramontana durante l’anno si era “mangiata” diversi metri di spiaggia; meglio così, l’ho trovata molto intima ed incontaminata: una vera meraviglia. Dopo aver passato una giornata in quest’oasi protetta, abbiamo deciso di spostarci per poter visitare un’altra spiaggia bellissima: Torre dell’Orso, che ci ha permesso di avvicinarci a Lecce, la nostra ultima tappa.

Avendo deciso di partire durante gli ultimi giorni di Agosto, abbiamo avuto la fortuna di partecipare all’ultima serata del festival folkloristico itinerante salentino: la notte della Taranta. Questo evento è capace di far riscoprire e valorizzare la musica tradizionale salentina attraverso la fusione con altri generi musicali, come il jazz, il rock e la musica sinfonica, grazie alla partecipazione di molti artisti della musica contemporanea italiana.

La festa dura tutta la notte. Una notte caratterizzata dal battito dei tamburelli, gonne lunghe e  persone “pizzicate” dal ragno, che diventano, per una notte, protagoniste di un rito che celebra la vita.

L’ultimo giorno lo abbiamo trascorso a Lecce. Il suo centro barocco, i tesori nascosti dietro ad ogni angolo, l’anfiteatro romano, la basilica ed il duomo la rendono una città unica nel suo genere. La sera le luminarie accendo la città come un immenso paese dei balocchi ed in ogni piazza vi sono piccoli eventi musicali e di danzanti, non vi è un solo “punto morto” in tutto il borgo. Abbiamo cenato in un piccolo ristorante caratteristico, Trattoria Nonna Tetti, dove il cibo ci è stato servito in terrine di ceramica bianche e blu, tipiche della tradizione salentina. La scelta non è molto ampia, ma la qualità, sia del cibo che del vino, rigorosamente Negroamaro, è ottima.

 

Fatta luce sui pregi di questa terra, è necessario mettere in evidenza anche le ombre. Noi abbiamo deciso di trascorrere la nostra vacanza itinerante muniti di tenda e, quindi, sostando in vari campeggi. In ognuno di essi abbiamo riscontrato problemi con l’acqua: la sua scarsa disponibilità è risaputa, essa viene centellinata e si paga cara anche per fare la doccia fredda. Situazione poco tollerabile se si parla di un luogo attrezzato per la villeggiatura. Anche i servizi scarseggiano, per trovare un bancomat funzionante ad Otranto abbiamo aspettato un’ora, i negozi a Lecce aprono  molto tardi e c’è poco spirito imprenditoriale legato all’accoglienza turistica.

 

Concludendo, posso affermare che il Salento è un meraviglioso mondo che racchiude arte, tradizione popolare e bellezze naturali, culturali e architettoniche, che ogni sua città è meraviglia di rara bellezza e, infine, che vale la pena trascorrere qualche giorno alla scoperta del tacco d’Italia.

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